Mare Fuori è stata, e continua ad essere, senza alcun dubbio una delle serie televisive italiane di maggiore successo degli ultimi anni.
La serie racconta le storie dei ragazzi e del personale dell’IPM (Istituto Penitenziario Minorile) di Napoli, prendendo ispirazione dal carcere di Nisida. I vari protagonisti della serie, grazie all’ottima recitazione degli attori, sono riusciti ad entrare nei cuori degli spettatori, che tendono anche ad immedesimarsi con le loro storie.
La maggior parte di loro possiede dei particolari soprannomi ed ognuno di essi, come tradizione napoletana vuole, descrive una caratteristica particolare, che si tratti del fisico o del carattere. Andiamo a scoprire quindi il vero significato che si cela dietro ai soprannomi dei personaggi di Mare fuori.
Il significato che si nasconde dietro ai soprannomi dei protagonisti di Mare fuori
Iniziamo con Filippo, il primo personaggio che si vede entrare all’interno dell’IPM. Dai ragazzi viene soprannominato “O’ Chiattill”, il chiattillo. Letteralmente questa parola significa piattola, ma nel gergo napoletano viene utilizzata per descrivere il classico figlio di papà.
Successivamente troviamo Carmine, detto “O’ Piecuro”, il pecoro. Come si può facilmente intendere, il soprannome riporta al maschio della pecora, ovvero il capretto. Come è risaputo, a questo animale spesso viene data un’accezione negativa, di una persona debole.
Gaetano è conosciuto anche come “O’ Pirucchio”, ovvero il pidocchio. Si tratta di una parola che a Napoli viene utilizzata principalmente per indicare una persona molto taccagna e legata al denaro.
Continuando troviamo Pino, detto “O’ Pazz”, il pazzo. È facilmente intuibile, in questo caso, comprendere il significato del soprannome ovvero una persona matta.
Il soprannome di Gianni è “Cardiotrap”. Questa volta, più che un soprannome, si tratta di un nome d’arte che si è dato lo stesso ragazzo in quanto sogna di sfondare nel mondo della musica.
Continuando troviamo Raffaele, detto anche “Micciarella”. Letteralmente significa piccola miccia. Questa è una combinazione riguardante due caratteristiche del personaggio: la prima riguarda il suo carattere esplosivo, che si accende come una miccia per un nonnulla; la seconda è che il soprannome è usato come diminutivo in modo da indicare la giovane età del ragazzo.
Concludiamo, infine, con Rosa Ricci, chiamata “Tarantell’”, ovvero Tarantella. Questo soprannome, sebbene legato alla tradizionale danza, sta ad indicare una persona che è solita causare discussioni molto accese ed animate.